lunedì 27 giugno 2011

Solo cornate


Le grandi testate italiane si ricordano della corrida solo quando c'è da dare la notizia di una qualche cornata o di qualche incidente, e così è anche stavolta per quanto accaduto ieri alla giovane Conchi Rios a Rieumes: Repubblica.it metteva stamattina in homepage la foto del noviglio che la scaravolta per aria mentre le perfora il muscolo, sotto un titolo alquanto laconico. La galleria di immagini a corredo dell'articolo commentava così: "Il grave incidente ripropone il problema della corride ormai proibite in molte località".
Una raccolta riuscita di notizie mancate, concentrate in una sola sintetica frase: l'incidente non è così grave, benché questo conti poco, le corride non sono proibite "in molte località" (a meno che non si contempli nella geografia dell'abolizione anche il nord Europa o l'Africa centrale) e in ogni modo non è il rischio che corre l'uomo l'argomento con cui chi vuole farla finita con la tauromachia conduce le proprie battaglie.
Anche perchè, se il metro di misura è questo, il ciclismo dovrebbe essere pratica vietata da tempo: tra incidenti e doping, sono maledettamente di più i corridori traumatizzati o defunti di quanto lo siano i toreri.

Mai una volta , comunque, che un giornale italiano titoli sulla corrida una notizia che non contempli parole come macello, cornata, orrore, morte.
Solo notizie di incidenti, solo immagini pulp, solo indignazione: niente sull'indulto a Siviglia o sui trionfi madrileni, non una riga sulla sterminata letteratura taurina o sull'arte ispirata al toro, niente su José Tomas che riempie le arene o sulla struggente bellezza delle ferias di paese.

Per fortuna ci pensa Nucci a far parlare di tori in modo positivo e appassionato anche qui da noi: la recensione pubblicata sabato sul Messaggero, a firma di Rita Sala, è particolarmente calda e salutare.
Il toro non sbaglia mai è importante anche per questo.


(cliccare sull'immagine per leggere meglio la recensione di Rita Sala)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non darei troppo peso a ciò che scrive repubblica, quelli sono articoli scritti tenendo a mente la mentalità animal-chic di coloro che compongono la maggioranza dei lettori di quel giornale, basti pensare alle enormi mistificazioni ("Il PDL propone l'apertura della caccia alle specie superprotette!") l'anno passato negli articoli e nei servizi di repubblicaTV a proposito delle proposte di modifica della 157/92 (la legge che regolamenta la caccia) da parte di un deputato del PDL: le proposte in sé sarebbero state anche criticabili nel merito delle singole questioni, ma Repubblica scelse la più comoda strada della propaganda; ormai la loro credibilità è paragonabile a quella di un Libero o un Giornale. Resta la tristezza di vedere l'informazione (e buona parte della popolazione) italiana acriticamente divisa da semplici dicotomie ideologiche.

Saluti,
Foresti

Anonimo ha detto...

Bella la recensione del Messaggero, la giornalista sa di cosa si parla, mi pare...il libro l'ho finito ieri, l'ho centellinato, e ho sperato che finisse il più tardi possibile. Mi sono goduto fino all'ultimo brivido di libidine, di struggimento e di nostalgia del non essere là e di essere qua, che mi ha provocato. Grazie Matteo, ancora una volta e grazie a Luigi che ce lo hai segnalato.
PS: non ideologizzerei l'animalismo, giusto paragonare Repubblica a Libero su questo, il nostro Palio di Siena fu attaccato per primo da sinistra negli anni 70, e ora è sono Brambilla e la Martini...tant'è...Marco, Siena