mercoledì 5 maggio 2010

Gli Aficionados Con Il Taccuino





Li riconosci subito.
Prima, durante, o dopo.

Sono un sottoinsieme dell'aficion, una categoria laterale dell'appassionato.
Una declinazione tutta particolare della specie, una famiglia, un tipo umano che ci vorrebbe l'ispirazione di Stefano Benni per fissarlo per l'eternità.

Sono gli Aficionados Con Il Taccuino.

Arrivano all'arena come tutti gli altri, ma l'occhio esperto li individua con facilità: il taschino della camicia più gonfio del normale, o un librettino ben stretto nella mano che piuttosto di liberarsene si rinuncia alla birrettina pre-corrida, o ancora una penna che fa capolino da qualche parte.
Esercitatevi a scoprirli, sembrano spettatori come tutti gli altri ma in fondo non lo sono del tutto: arrivano e subito cercano il sorteggio, prezioso strumento, o già armeggiano per preparare i ferri del mestiere.
Hanno un compito, d'altronde.

Dentro all'arena il giochino è più facile.
Come trovare un pesce rosso in una vasca di anguille.
Gli Aficionados Con Il Taccuino sono le teste chinate, sono quelli che dopo tre veroniche si tuffano col viso sulle pagine del quadernino, sono quelli che mentre tutta l'arena applaude o fischia si precipitano a scrivere, annotare, registrare.
Gli Aficionados Con Il Taccuino sono quelli che stanno sempre seduti, il libretto sulle ginocchia, e quando il pubblico si alza, magari di scatto per una rumorosa ovazione in piedi, loro sono lì, accucciati, gli occhi bassi, la mano che freneticamente guida la penna.
Li vedi subito.
Finita una serie di passi naturali da antologia tutta la platea esplode, rumoreggia olé liberatori, agita le braccia, magari fotografa, magari dà un tiro nervoso al sigaro, ma loro no.
Ricurvi sulle pagine bianche: basta girarsi e abbracciare con lo sguardo gli spalti e li scorgi così, come monaci amanuensi inensibili al richiamo dell'emozione, stoicamente concentrati sulla scrittura, sulla sintesi, sulla descrizione.
Stoccata, e loro a scrivere.
Petizione di orecchia, o silenzio, o vuelta al suono della banda, e loro a scrivere.

Dopo, nei mesi o negli anni dopo, gli Aficionados Con Il Taccuino vengono allo scoperto.
Sono quelli che nelle discussioni invernali non resistono, si smascherano, si tradiscono: una rapida occhiata al quadernino, magari frugando di sottecchi tra le sue pagine, et voilà che se ne escono con le loro verità, inesorabilmente sfuggite alla memoria dei più.
Desperado era nato nel maggio del '95, portava il numero 47 e pesava 545 kg: prese tre picche, alla seconda e alla terza entrando con slancio, uscendo da solo però all'ultima di queste.
Oplà.
O ancora no, non fu un'ovazione, fu un semplice saluto in mezzo alla pista, dopo un pinchazo, una mezza spada leggermente laterale e due descabellos, e per il toro ci fu una divisione di opinioni.
Doppio oplà.

Le pagine del taccuino darebbero molto da lavorare ad un qualsiasi grafologo: le condizioni impervie della maggior parte delle arene, con seggiolini o panche o gradini sacrificati, scomodi, che costringono a trovare posture da contorsionista; la necessità di appuntare velocemente, per segnare tutto e non perdersi l'azione; e infine l'insanabile tendenza ad utilizzare codici follemente personali, sigle, abbreviazioni, neologismi.
Tutto questo rende i quadernini degli autentici enigmi che competono in imperscrutabilità con i reperti precolombiani, di impossibile decrittazione, di assurda perfezione nella loro totale ermeticità .
Una grafia impenetrabile, lettere bislunghe o spezzate, parole monche posate su righe mai parallele, neanche per sbaglio.
Opere d'arte contemporanea.

Gli Aficionados Con Il Taccuino sono gli ultimi romantici, sono quelli che non si arrendono all'inevitabile fugacità della corrida e al suo più intimo segreto, quello dell'effimero, e ne tentano un'impossibile eternizzazione, ne vogliono inquadrare per sempre ogni momento, ne esigono una riduzione sempiterna.

Gil Aficionados Con Il Taccuino, a loro modo, ci dicono che è grande, la tauromachia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A nome della categoria degli aficionados con taccuino, ringrazio commosso.

Saluti

Marco