mercoledì 7 aprile 2010

Riforma del Titolo Quinta


Chiediamo ufficialmente la modifica del Titolo Quinta del regolamento taurino.
Niente larghe intese, niente percorso per le riforme, niente consultazioni incrociate.
Chiediamo e pretendiamo.
El Juli deve, per statuto-costituzione-decreto o per una qualsiasi altra forma di regola o legge o norma o quello che volete, prendersi tori che si confacciano alle sue capacità, che ahimé sono enormi.

Sia chiaro, il signor Lopez venerdì pomeriggio ad Arles (molto più sole in cielo che non in pista) non è stato apoteosico, non è stato pletorico, non è stato insomma come probabilmente hanno titolato i portali e come probabilmente hanno voluto far credere agli assenti, perché questi affollassero le arene una prossima volta.
Mancava la materia prima e dunque (quasi) tutto perde valore, così come il suo pomeriggio nel circo romano non passerà alla storia: una faena rotonda e in crescendo al primo, un lavoro da cesellatore al secondo.
El Juli venerdì si è limitato a farci vedere di quali infiniti mezzi disponga oggi quel piccolo torero madrileno, quanta scienza ci stia in quella testa, quanta forza in quelle braccia, quanta grazia in quei polsi. E' stata un'esibizione onanistica, una spocchiosa ostentazione di superiorità, uno sfoggio di dominio altezzoso, una certificazione di superiorità assoluta tanto sui tori tanto su qualsiasi compagno di giornata
Ma così non ci basta più, e nelle nostre fantasie semierotiche questo ormai non basta più nemmeno a lui.
Ti piace giocare facile, ma non vale e soprattutto non ti diverti.

El Juli che torea solo garcigrande, zalduendo e compagnia brutta, é come mettere Maradona a infilare tunnel sui campetti di terza categoria, sentire Keith Jarrett alle prese con il Canzoniere Scout per serate chitarra e falò, o vedere Rembrandt ricalcare un Topolino per farne disegnucci per i bambini.

Chi in questo decennio, vuoi per recente passione vuoi per tradizione di una vita, frequenta le arene ha una straordinaria fortuna: poter trovare, in una di quelle arene, un torero di nome El Juli.
E però quella stessa persona oltre ad essere straordinariamente fortunata è anche straordinariamente incazzata con El Juli stesso.
Che, se cominciasse a sciropparsi qualche toro degno di questo nome non solo ci farebbe infinitamente felici ma pure, ne siamo certi, si ritaglierebbe un posto importante nel pantheon dei migliori.
Siamo straordinariamente incazzati con El Juli, che ci priva di emozioni che nemmeno possiamo immaginare, che ci deruba del piacere più autentico della tauromachia, un Torero e un Toro insieme nella stessa pista, che ogni volta ci abbaglia con la facilità che ha nel fare le cose, che deprime la nobile arte della corrida, fatto reso ancor più grave dalla constatazione che di quell'arte lui potrebbe essere il più grande interprete.

Siamo realisti, non chiediamo la luna.
Dieci, (quindici? quindici, va bene) corride all'anno da scegliere tra Victorino, Escolar, Flor de Jara, Dolores Aguirre, cose così, mica dei mostri assatanati e assassini, mica i Coimbra di Ceret o la casta navarra, no, dei tori, dei tori con casta, dei tori che stanno in piedi e spingono, dei tori che attaccano e combattono.
Dei tori veri, semplicemente.
I La Quinta.

Ecco appunto, noi vogliamo la riforma del Titolo Quinta.

p.s.: il resto della corrida, poca roba.
Tori mal presentati, vuoti di forza e con il morale di un milanista dopo i due derby di quest'anno, ma sufficientemente collaborativi (ah, il terribile termine tanto amato dai cronisti prezzolati) per permettere qualche gioco.
Cartel davvero bizzarro per l'alternativa dell'arlesiano Marco Leal che, con tutto il rispetto, non meritava tanto padrino e tanto testimone.
Castella che al suo primo combina poco o niente e che al quinto del pomeriggio invece si profonde in uno sforzo ammirevole di fronte a un toro esigente, ma che a conti fatti il torero non riuscirà non solo a sottomettere ma nemmeno a comprendere davvero.
Leal dal canto suo cambierà presto l'oro con l'argento sul suo vestito, e la storia della tauromachia continuerà tranquillamente a fare il suo corso.
La spada al toro del dottorato era talmente bassa che non ha centrato il toro, in una riedizione tauromachica del Vai col liscio di gialappiana memoria: e il resto, nulla da segnalare

(foto Ronda - El Juli venerdì 2 aprile ad Arles)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mahh, il problema è che ogniqualvolta il Signor Lopez ha osato affrontare tori di rispetto in una piazza seria, le cose non sono sempre andate per il verso giusto, e lui si è fatto due conti: non gli conviene. E comunque lunedì pomeriggio, con un'altra corrida infumabile di Puerto San Lorenzo, è stato l'unico dei tre a uscire a piedi.

Marco Leal è riuscito in una impresa straordinaria, non tagliare un'orecchia ad Arles nel giorno della sua alternativa, giocando pure in casa. Negli ultimi anni non ricordo un toricantano uscire dal colosseo romano di Arles senza la sua brava appendice pelosa fra le mani. Poveretto.

Saluti

Marco

Anonimo ha detto...

Ho visto Juli.
L'ho visto far abbassare la testa al toro che non sapeva caricare. L'ho visto indirizzarlo sui binari e prendersi due orecchie senza manoletine e senza fare il "torero culero".
Ho visto Castella avere un toro fotocopia di quello. L'ho visto fare le stesse mosse di Juli. L'ho visto prendersi un applauso e non riuscire a cavare niente da quel toro.

Ho visto un Prieto de la Cal, un Samuel Flores massacrati alla pica e i toreri che quasi scappavano da loro.

Venerdì sono uscita felice, sabato incazzata.

Mi sembra che qua "la luna piena è sempre domani" come scrive qualcuno che conosciamo bene.

Parliamo di cosa potrebbe essere se ci fossero "veri" toreri che affrontano i tori duri, di cosa potrebbe essere se le vedettes (JT, Castella, Juli) affrontassero i tori duri, che però non fanno per convenienza, per non venir feriti, per prendere più orecchie o chissà perché.

La corrida che è cambiata, non è più Frascuelo, mille piche, il cavallo non protetto e poca muleta. Oggi la corrida E' la muleta. Negarlo mi pare sciocco, restare ancorati al passato anche.
E' come paragonare Maradona e Messi. Sono 2 miti diversi in un calcio che ora è completamente diverso da quello degli anni 90.
Ma è più forte Maradona o è più forte Messi?

Tutto qui. Quel ragazzo ha un dono, un dono oggi, nella corrida com'è adesso.
E io mi stupisco ogni volta che lo vedo (e tu Luigi lo sai...)

Marzia

Anonimo ha detto...

Se la corrida è cambiata ed è rimasta solo muleta (o per gli acrobati alla Fandi solo banderillas), non è per una fatalità, un destino cinico e baro, ma perchè toreri come el Juli, e prima di lui tanti altri (non è che il povero Julian ha inventato lui la selezione al contrario per i tori) hanno preteso ed imposto il mezzo toro che dura alla muleta ma al cavallo non lo si vede. E questo la chiamano "bravura", invece è "nobleza", "boyantia" quando va bene, e quando non va bene nopn vuole caricare, ma siccome al cavallo non lo abiamo visto, non sappiamo se perchè è manso o perchè lo hanno lidiato male. Per carità, anche nel girone del mezzo toro, c'è chi la sa lunga e chi è un inetto, ed il Juli la sa lunga, per questo non accetta, per esempio, di dirigere la lidia in una corrida concorso....

Saluti

Marco