lunedì 20 ottobre 2008

Le lacrime per Vermentino



Giovedì 18 settembre, a Nimes.
E' la corrida di apertura della feria des Vendanges 2008, sfilano toreri in cerca di una nuova opportunità o ad inseguire un riscatto, da monetizzare poi la prossima stagione.
Di fronte a loro sei tori di Margé (*), ganaderia del sud francese, tori di casa: anche per loro l'occasione è importante.
E' difficile il mestiere di ganadero quando sei francese, schiacciato tra la diffidenza dell'aficion e il peso delle case spagnole, che hanno nomi ben più blasonati e frequentati.
Si presentavano a Nimes, i tori di Margé, un'arena che è vetrina internazionale e che sta alla Francia come (con tutte le proporzioni e i distinguo del caso, s'intende), come Madrid o Siviglia alla Spagna.

Le cronache parleranno di sei tori magnificamente presentati, di qualche bel gesto di Curro Diaz e della quietud di Luis Bolivar.
Nel complesso, la corrida uscirà buona, molto buona.

Il tutto a prescindere da Vermentino.
Uscito in terza posizione, "beveva la muleta con una alegria frizzante" come scrive Toros, Vermentino si rivelerà un grande toro capace di crescere nel corso della lidia, innescato da una trinchera succulenta di un Salvador Vega che riuscirà ad accoppiarsi con quell'animale bravo e noble in una decina di minuti di ricami e confronto vero.
Qualche richiesta d'indulto, addirittura, fortunatamente e prontamente sedata dalla provvidenziale spada di Vega.
Un gran toro, comunque, Vermentino.

Ma non è di questo che si vuole parlare.
Quel giorno nel callejon c'erano le telecamere di Signes du Toro, che oggi mette in rete la puntata del 18 ottobre, con il servizio su quel pomeriggio: qui.
Bene, quei pochi minuti inziali sono una delizia per chi sa riconoscere il lato più umano di tutta la faccenda taurina, il lato delle emozioni autentiche, inevitabili, inaspettate anche.

Olivier Margé è il mayoral della ganaderia: è un ragazzotto del sud, e le immagini ce le restituiscono rigido e goffo nel tradizionale traje campero che fà da divisa, stretto nel callejon tra le assi e le pietre.
E' lì a rappresentare il nome e il ferro del suo allevamento, lì a pochi metri da quei tori che ha visto nascere, di cui conosce ogni ascendenza, che ha cresciuto fino a sceglierli per quel giorno, che ha accompagnato all'arena.

Olivier Margé osserva Vermentino mangiare la terra e mangiare la muleta, le telecamere osservano Olivier Margé.
Inizia la faena, le prime serie e il ragazzo sgrana gli occhi.
Compiaciuto.
Poi lentamente l'affare si fà serio, Vermentino è un gran toro e il giovane mayoral ad ogni passo trattiene il respiro, sorride, finalmente poi i muscoli del volto si rilassano.
Ma tutto riprende un istante dopo, che Vermentino ha già di nuovo messo le corna nella seta.
Sorride, e ad ogni passo è un riso più carico, al tempo teso ed estatico.
Soffre, forse come ogni mayoral, ma di certo quel giorno c'è qualcosa in più.
C'è un ganadero di trent'anni che ha scelto una vita così diversa dai suoi coetanei, c'è un allevamento che si presenta per la prima volta in un'arena così mediaticamente importante, c'è un toro lì davanti che non smette di attaccare
Quattro anni al campo, ogni giorno a visitare i tori e Vermentino, ogni giorno a prendersi cura dei tori e di Vermentino, ed ora Vermentino è lì.
Fiero, forte, grande.

Passano i minuti e passano i sorrisi, gli oohh di vanitosa meraviglia, gli schiocchii delle dita.
Olivier Margé finisce la faena di Vermentino, osservando gli ultimi istanti della sua vita, in silenzio.
Gli occhi infossati e lucidi.

Da vedere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto bene, ma è facile fare il Mayoral della ganaderia di papà, il quale è anche l'impresario di Beziers ed è un taurino di quelli che guardano al business puro e duro. Quando avrò tempo ti racconterò la storia di Olivier Riboulet, giovane ganadero romantico che ha salvato la ganaderia lasciatagli dal padre (che era un medico ed un aficionado) conservando gli embrioni in provetta dopo un abbattimento sanitario, ed impiantandoli su vacche da latte, Olivier fa il picador per mantenere la famiglia, che vive in una roulotte, e manda avanti la ganaderia senza i vantaggi che hanno i Margè.

Saluti

Marco

Anonimo ha detto...

scusa il ritardo...
sottoscrivo le parole di marco.
piccola precisazione:
margè è anche apoderado e cioè manager di numerosi toreri (se non ricordo male anche del primo castella)
business molto puro e duro...
già capitato di vedere corride di margè, nell'arena di margè, coi toreri di margè...
e alla fine tutti a brindare nel suo bistrot